Museo-S.Caterina2007
Il Museo di Treviso - (S.Caterina 2007)
Il gioco dei volumi sotto la luce:
- una proposta 2007 dalle radici antiche.
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Il progetto 1977 - schizzo iniziale
Location
- Italy - Treviso
- Designer
- Francesco De Poi
- Project Year
- 2007
Project Facts
- Info
- IUAV - frammenti tesi di laurea
Innovativo il sistema d’illuminazione del museo, con queste volte vetrate che determinano un’aspirazione e compressione degli spazi, il loro segno celebra, reinventandoli, antichi significati.
E’ evidente che si tratta di una ricerca sulla cellula museografica per eccellenza con introduzione di quest’elemento innovativo della volta vetrata che si contrappone alle demolizioni nella parte ottocentesca e in quelle ricostruite dopo il bombardamento del 44. Tutte da godere le fluenti compressioni ed aspirazioni degli spazi che a distanza di un quarantennio suscitano ancora emozione ed interesse...
La proposta,contrappone un’esaltazione della modernità in un ambiente storico di un sistema conventuale che inizia la sua costruzione nel 1346, la prosegue fra il 1500 e i primi decenni del 1600. Nel 1820-40 è trasformato in caserma. Bombardato nel 44 subisce pesanti demolizioni. Su queste aree, di scarso valore storico, affacciate su piazza Matteotti e a sud-est, si articola l’intervento che trae la sua genesi nel passato.
Due, i principali intervenuti: Carlo Scarpa e Bruno Zevi. Innovativo il sistema d’illuminazione del museo, con queste volte vetrate che determinano un’aspirazione e compressione degli spazi, il loro segno celebra, reinventandoli, antichi significati.
Isola l’opera d’arte per poterla esaminare da vari punti di vista, inserendo l’elemento tempo, spostarsi attorno, associando una nuova carica emotiva e conoscitiva. L’intervento rispetta integralmente i due chiostri d’epoca diversa, proponendo otto cellule museali, che distribuite su tre piani, collegano una cerniera: il vano scala.Il progetto, modifica il luogo vicino alla chiesa di S. Caterina con una riorganizzazione intrinseca dei chiostri e spazi collegati, che li riconsegna disponibili per accogliere le raccolte archeologiche, la galleria, la pinacoteca dei manifesti, un salone per convegni e appositi spazi per le mostre momentanee.
Il progetto modifica il luogo vicino alla chiesa di S. Caterina, con una riorganizzazione intrinseca dei chiostri e spazzi collegati che li riconsegna disponibili per accogliere le raccolte archeologiche, la galleria, la pinacoteca dei manifesti, un salone per convegni e appositi spazi per le mostre momentanee.
L’allestimento mette insieme la relazione tra opera e lo spazio. Riproduce, una forma di partecipazione rivolta al visitatore, in un codice che al posto dei discorsi, usa regole fatte di elementi cromatici, volumi, materie e luci.